Red Hat Storage Day. Un breve resoconto dell'evento

Il 4 luglio 2017, presso l’hotel Majestic Diana a Milano, si è tenuto un evento, organizzato da Red Hat Italia e Intel, avente per titolo “Red Hat Storage Day”. Tale incontro, della durata di mezza giornata, ha avuto come argomento la presentazione dello storage aperto e “software-defined” proposto dalla società americana. All’evento hanno partecipato Alberto Fidanza, responsabile della Divisione Storage di Red Hat e Carlos Torres, Specialist Solution Architect, sempre di Red Hat. Il direttore generale di Intel, Carmine Stragapede, che avrebbe dovuto presenziare all’incontro, non è potuto intervenire per problemi di lavoro.

Dopo una breve presentazione di Alberto Fidanza sulla genesi di Red Hat e sullo sviluppo esponenziale della società a partire dall’anno della sua fondazione (sia in termini di fatturato - 2.4 miliardi nel 2016 - che di risorse - circa 11.500 dipendenti sparsi in tutto il mondo), prende la parola Carlos Torres. Secondo quanto riportato dalle stime della società inglese Vanson Bourne, afferma Carlos, il 38% delle aziende condivide i limiti delle loro soluzioni storage, il 70% accetta che il proprio storage non sia integrabile con le nuove metodologie, mentre il 98% sostiene che lo storage debba essere agile e scalabile. Per tale motivo, Carlos sottolinea che a uno storage moderno non debbano mancare le seguenti caratteristiche: integrazione con il workload di nuova generazione, flessibilità, convenienza, sicurezza, orchestrazione e indipendenza. Le soluzioni Software-Defined Storage (SDS), proposte da Red Hat, ereditano il modello di sviluppo open source, con vantaggi economici importanti: sono prive dei costi di licenza del software, sempre richiesti dai fornitori di storage tradizionali, e assicurano massima libertà evitando il vendor lock-in in quanto nascono e sono sviluppate su hardware standard X86.

Le soluzioni proposte da Red Hat, continua Carlos, sono il Gluster Storage (RHGS), soluzione SDS Scale-Out NAS, e il Ceph Storage (RHCS), che vanta un’alta scalabilità e la possibilità di essere eseguito su hardware standard.

I principali vantaggi del Gluster Storage si possono riassumere nei seguenti punti:

Il Gluster Storage trova un impiego ideale per:

La seconda soluzione, invece, riguarda il sistema di SDS Ceph, utilizzato per i servizi dati basati su protocolli di accesso Object e Block Storage. È stato sviluppato su hardware X86 standard, pertanto assicura ai clienti la massima flessibilità nella scelta del proprio hardware, e la protezione dei dati supporta “replica” ed “erasure coding”. Ceph è lo storage standard “de facto” per il backend OpenStack (circa il 70% delle installazioni di OpenStack usa Ceph).

Terminato l’intervento di Carlos Torres, vengono proposti alcuni “case study” aziendali. Il primo riguarda l’utilizzo dello storage Ceph e della piattaforma Open Stack adoperata da Fastweb, spiega Andrea Lanzi (manager of architectures & service engineering di Fastweb), per l’erogazione di servizi IT, che si affiancano al servizio TLC per il quale l’azienda è nota. Il secondo caso riguarda il progetto di video encoding di Sky TV, ci spiega Carlos Torres, in rappresentanza di Davide Gandino, OTT e Cloud Processing & Delivery Manager presso Sky Italia. Era necessario implementare un’infrastruttura altamente scalabile, che i sistemi tradizionali non garantivano, prosegue Carlos. La distribuzione dei workload su cluster container, a supporto delle attività di transcoding, e i costi contenuti, hanno fatto ricadere la scelta sull’utilizzo del Gluster Storage (RHGS) e sulla piattaforma Open Shift. Il terzo caso aziendale riguarda una società operante in ambito “finance”, che però ha preferito mantenere riservate le referenze. Sempre Carlos illustra come questa società abbia implementato un’infrastruttura utilizzando l’”hyperconverged infrastracture”, un sistema con un’architettura basata sul software che integra la computazione, lo storage, il networking, le risorse di virtualizzazione e altre tecnologie di tipo hardware.